Implantologia

Implantologia

"Nessuno dovrebbe mai morire con i denti in un bicchiere".

Per-Ingvar Brånemark - l'inventore della implantologia moderna.


Questa frase rende chiaro il ruolo della  implantologia nella riabilitazione della bocca: si tratta di una branca chirurgica che deve fornire il supporto ad una riabilitazione protesica quando questo è assente. Quando vengono meno uno o più denti si parla di edentulismo. Una possibilità è ridurre (il termine tecnico è preparare) i denti vicini indicati come denti pilastro e confezionare una protesi fissa a ponte o semplicemente ponte che si appoggi ai denti preparati (indicati come monconi) e porta attaccato il dente o i denti mancanti (un esempio lo trovi qui). Con lo svilupparsi della odontoiatria adesiva teoricamente si potrebbe anche procedere ad una lavorazione meno invasiva che prevede che il dente assente (quando unico) può essere attaccato alle superfici interne dei denti mediante due ali di supporto. Questa soluzione, indicata come Maryland Bridge, non prevede la preparazione dei denti ma può comportare una seria compromissione del mantenimento igienico dei denti pilastro esponendoli alla carie quindi questa soluzione viene generalmente usata come provvisorio (puoi vedere un esempio qui). Si deduce che per sostituire un dente mancante generalmente è necessario danneggiarne due. L'implantologia risolve questo problema: si posiziona una vite all'interno dell'osso laddove prima era il dente perduto (impianto) e questo può supportare il dente mancante senza danneggiare i denti vicini. Per estensione l'implantologia può risolvere quelle situazioni in cui i denti siano troppo pochi o non siano presenti affetto (edentulia totale). L'unico limite che vede l'implantologia sono: le condizioni generali del paziente (ci sono alcune malattie o terapie che controindicano in assoluto l'applicazione degli impianti ed altre che, invece, riducono la durata o le possibilità di successo della riabilitazione) e l'osso a disposizione che, talvolta, può non essere di quantità sufficiente per accogliere gli impianti. Con le moderne tecnologie della chirurgia guidata o chirurgia guidata statica e la avvenieristica chirurgia navigata o chirurgia guidata dinamica si riesce a sfruttare anche quantità minime di osso in quanto sono tecniche che permettono una precisione impensabile alla implantologia tradizionale che prevedeva l'intervento a mano libera da parte del chirurgo (parliamo di precisione nell'ordine di decimi di millimetro!). Queste stesse tecniche hanno migliorato di molto gli interventi di implantologia: generalmente non è necessario incidere la gengiva e scollare un lembo (chirurgia flapless) che riduce il discomfort post operatorio (dolore, gonfiore); inoltre gli impianti possono essere inseriti sulla base della protesi prevista al paziente (chirurgia protesicamente guidata o Implantologia protesicamente guidata) che semplifica e velocizza la consegna dei denti; se l'osso intorno agli impianti garantisce sufficiente salute e gli impianti sono infissi al suo interno con una certa forza (stabilità primaria) è possibile consegnare i denti già alla fine dell'intervento di implantologia o, tutt'al più il giorno seguente (carico immediato). La valutazione della forza con la quale gli impianti sono infissi nell'osso sta assumendo tanta importanza che anche in questo campo si sta assistendo ad una evoluzione tecnologica enorme: oggi, infatti, ci si fida sempre di meno della forza che si percepisce manualmente; esiste, ad esempio, un motore che registra la forza che esercita mentre inserisce l'impianto in tutto il suo tragitto (misura della densità ossea intraoperatoria e misura della stabilità intraossea) ed esistono delle apparecchiature che misurano le frequenze di risonanza dell'impianto indovato nell'osso come misura della rigidità del sistema impianto osso. Entrambi questi fattori sono un indice decisivo per valutare la candidabilità di un caso al carico immediato in sicurezza (se si caricano impianti non stabili si corre il rischio che essi non si osteointegrino e vengano perduti in poco tempo; generalmente se ciò si verifica viene perduta anche una parte dell'osso e questo può significare non avere più osso a sufficienza per reinserire l'impianto perduto). Quando l'osso non è sufficiente per posizionare gli impianti, infine, l'implantologia applica tecniche chirurgiche di rigenerazione ossea (innesti ossei autologhi particolati, innesti ossei autologhi a blocco, innesti ossei eterologhi particolati, innesti ossei eterologhi a blocco o lamine, grande rialzo di seno, mini-rialzo di seno o rialzo di seno per via transcrestale, split-crest o separazione della cresta, distrazione ossea, trasposione del nervo alveolare inferiore). Per la implantologia questo è un mondo spettacolare! Ad ogni modo è necessario essere onesti: nessun impianto sarà mai migliore di un dente così come a nessun impianto potrà mai essere chiesto di durare per sempre o più di denti sani. Per terminare questa breve spiegazione sulla implantologia dobbiamo obbligatoriamente trattare il modo in cui viene condotto l'intervento. Tutti gli interventi di odontoiatria sono condotti in aspesi ed ambiente pulito (ciò vuol dire che le superfici sono decontaminate regolarmente tra un paziente e l'altro e tutti gli strumenti sono sterili). Nel caso degli interventi di implantologia si compie uno sforzo in più e si procede ad una preparazione sterile della sala operativa: per questo tipo di preparazione tutte le superfici interessate dalle procedura sono rivestite con telini e guaine protettive sterili (questo ha  lo scopo di non contaminare il campo chirurgico e gli impianti all'atto dell'inserimento). Ciò va detto perché la stanza preparata per intervento implantologico ha un aspetto completamente diverso da quello della odontoiatria ordinaria; anche la procedura di accesso alla zona operativa è protocollato e controlla e tutto ciò può incutere timore per un intervento per altri versi assolutamente routinario al pari di una carie o una devitalizzazione.

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