La riabilitazione della bocca: quando la cura dei denti non è fine a se stessa!

Francesco Fico • 26 settembre 2025

Il dentista come professionista della salute orale

medico dentista; dentista; odontoiatra.

La bocca può sembrare qualcosa di semplice e semplicisticamente tendiamo a pensare al dentista come ad un tappabuchi o a qualcuno che al più estirpa i denti e li sostituisce con una vite nell'osso.


In realtà la bocca è un complesso apparato che, attraverso i denti, coordina una rete muscolare complessa che avviluppa la testa ed il collo e due articolazioni ai lati della testa che collegano un solo osso (la mandibola) al cranio (una cosa unica nell'organismo!); a questo apparato si dà il nome di apparato stomatognatico.


Questo sistema è cosi complesso che l'odontoiatra si occupa di tutti gli aspetti che lo riguardano da quello dentale propriamente detto a quello ortopedico (trattando le patologie di ossa e muscoli della bocca) fino a quello funzionale (posturologia ed osteopatia).


Inoltre la bocca partecipa in modo determinante all'estetica dell'intero volto: non è solo per un sorriso gradevole ma perché l'aspetto complessivo della bocca dice molto circa l'età del paziente in particolar modo è determinante l'altezza della bocca (dimensione verticale) e le pieghe normali o anormali che contornano la cute della bocca e le labbra.


La riabilitazione della bocca, dunque, può anche significare costruire ex novo una dentatura che metta in equilibrio tutte le strutture che partecipano alla funzione orale ed alla sua estetica. Per capire l'importanza di una riabilitazione funzionale della bocca si deve pensare che la mandibola è attaccata ad alcuni dei muscoli più potenti dell'organismo e che questi muscoli sono collegati a quelli del collo.


Nei suoi movimenti la mandibola sopporta forze elevate: si calcola che una persona può estrinsecare forze a livello dei molari che vanno da 100kg su centimetro quadrato (se non allenata) fino a 250kg su centimetro quadrato (se bruxista o digrignatore: è come se una donna molto in carne o decisamente obesa si appoggiasse tutta su di un tacco!)


Per sopportare tali forze ci sono sole tre punti: due molto piccoli che sono le articolazioni temporomandibolari. Esse sono poste davanti alle orecchie (le loro dimensioni ridotte e la loro struttura anatomica consente alla mandibola una mobilità unica: la mandibola è l'osso con le maggiori libertà di movimento di cui disponiamo); il fatto però che sono così piccole rispetto alla forza che subiscono le espone facilmente al rischio di danneggiamento per sovraccarico.


Il terzo punto di contatto, quello più esteso ed importante, è la dentatura che dovrebbe smorzare e supportare gran parte di questi sforzi. La dentatura si compone di una parte superiore fissa collegata al cranio e di una parte inferiore mobile. Se il rapporto tra le due (occlusione) non è corretto può accentuare gli squilibri e provocare un sovraccarico di tutte le strutture coinvolte (denti, parodonto, muscoli, ossa, articolazioni).


Questo sovraccarico patologico porta all'estrinsecarsi di diverse conseguenze. Essi possono consistere in:

  • danni alla dentatura:
  • infrazioni dello smalto (sono crepe e fessure visibili anche ad occhio nudo sulla superfici dei denti)
  • fratture conclamate dei denti (più o meno estese o gravi)
  • incrinatura della dentina e sindrome del dente incrinato. Si tratta di una frattura del dente che però interessa solo la sua porzione profonda: la dentina; questa porta ad una pulpite  che si estrinseca con una sintomatologia dolorosa durante la masticazione e sensibilità al freddo ingravescenti fino al dolore conclamato; l'incrinatura della dentina può comportare, secondo localizzazione e gravità della lesione, la devitalizzazione del dente o addirittura alla sua estrazione),
  • lesione cuneiforme o lesione del colletto associate a recessione gengivale (più volgarmente retrazione gengivale). Si tratta di una fessura nel colletto del dente che tende ad aggravarsi e produrre una sempre maggiore retrazione gengivale e che viene confusa spesso con una lesione da spazzolamento perché ne ricalca la forma ed i sintomi. Nel caso dello spazzolamento è la manovra scorretta a provocare il danno; nel caso dei sovraccarichi il danno è provocato proprio dallo stress meccanico sofferto dalla porzione più sottile del dente: il colletto.


  • danni alla muscolatura, alle ossa ed alle articolazioni. Sebbene si possano presentare con un corteo sintomatologico assai vario questi danni vengono accorpati tutti in una sola malattia che prende il nome di mioartropatia. La muscolatura può essere colpita da affaticabilità fino al dolore ischemico che può essere localizzato ad un solo muscolo, ad un ristretto gruppo di essi o interessare la intera muscolatura del cranio fino a generare una vera e propria cefalea muscolo tensiva. Il dolore ischemico è tipico dei muscoli sovraccarichi: il muscolo si nutre finché è rilassato perché nel momento in cui si contrae "Strozza" i vasi sanguigni deputati al suo trofismo. Se il tempo di rilassamento è troppo corto rispetto a quello necessario a nutrire il muscolo si possono manifestare un corteo di situazioni che vanno dal semplice accumulo di acido lattico (dolore muscolare, acidosi, crampi) fino alla necrosi di piccole porzioni profonde del muscolo. Quando si verifica questa ultima eventualità (si parla di miogelosi) all'interno del muscolo si crea una sorta di cicatrice fibrosa dolorosa che rappresenta anche un punto grilletto o trigger point: in sostanza quando stimolato anche solo al tatto genera un profondo dolore sordo (dolore viscerale).


  • danni alle articolazioni possono essere colpite, spesso in modo unilaterale (cioè quella di un solo lato) da fenomeni:
  • disfunzionali
  • infiammatori
  • degenerativi.


Per comprendere i fenomeni disfunzionali è necessario capire che all'interno della articolazione c'è una struttura simile al menisco del ginocchio (il disco articolare) che normalmente dovrebbe seguire la mandibola nei suoi spostamenti. Se il disco articolare perde i suoi normali rapporti con l'articolazione, non si parla di lussazione della articolazione, come spesso si fa, ma di incoordinazione condilo-discale o, meno correttamente, incoordinazione condilo-meniscale.

 

In pratica il disco si sposta dalla sua normale sede e diventa un vero e proprio ostacolo ai movimenti della mandibola: il paziente può avvertire:

  • uno schiocco (click articolare) quando apre,
  • chiude (click semplice)
  • apre e chiude la bocca (click reciproco);


Talvolta può avere la sensazione di non riuscire ad aprire completamente la bocca (limitata apertura della bocca). Più rara, invece, la completa lussazione della articolazione in cui il paziente resta con la bocca aperta, in uno stato doloroso, e non riesce più a chiuderla.


Si tratta di una emergenza medica che richiede la riduzione (al pari di qualsiasi altra lussazione) con una manovra specifica (la manovra di Nelaton).


  • Per quanto attiene i fenomeni infiammatori sono generalmente legati a capsulite (una infiammazione della capsula che riveste la articolazione) mentre l'artrite vera e propria tende ad essere fenomeno raro.

 

I sintomi dei fenomeni infiammatori derivano dalla vicinanza dell'articolazione all'orecchio e possono manifestarsi come sintomi otorinolaringoiatrici ma senza evidenza di patologia auricolare ad esempio può essere presente:

  • mal d'orecchio od otalgia non giustifica,
  • acufene (la sensazione di un udito ridotto con un costante rumore di fondo grave come una ventola che gira a basso numero di giri o la risacca del mare) fino a manifestazioni di l
  • abirintite come capogiri e vertigini.


Una degenerazione artrosica con una artrosi dell'articolazione temporo-mandibolare è fenomeno raro ma non inesistente: essa produce un rimaneggiamento delle strutture articolari che con la forma perdono anche la loro funzione esponendo spesso a lussazioni o fenomeni dolorosi cronici.


Raramente un'artrosi può evolvere in anchilosi delle articolazioni in cui l'osso della mandibola si salda al cranio e perde gran parte della sua mobilità rendendo difficile alimentarsi o parlare. I fenomeni di artrosi possono essere trattati con artrocentesi (lavaggi intra-articolari a base di farmaci antinfiammatori maggiori come i cortisonici) mentre la anchilosi è di pertinenza chirurgica maxillo-facciale e richiede la mobilizzazione delle ossa saldate e la ricostruzione del disco con innesti di tessuto fibroso: purtroppo l'intervento non risolvere pienamente il quadro ma comunque restituisce un minimo accettabile di funzionalità.



Per quanto attiene l'aspetto estetico della bocca abbiamo già detto che la sua "altezza" (dimensione verticale) è determinante come anche eventuali deviazioni laterali. A seguito della perdita dei denti, poi, si verifica un riassorbimento osseo delle ossa della bocca; questo riduce la dimensione verticale e porta la mandibola in alto ed in avanti e la mascella dietro; contemporaneamente di riduce il supporto per le labbra che si assottigliano, manifestano il formarsi di rughe e collassano all'interno.


Tutto questo conferisce al volto un invecchiamento che può risultare molto più avanzato rispetto all'età del paziente: compito dell'odontoiatra è anche un trattamento antiaging a cominciare dalle labbra con la riduzione delle rughe mediante il filler ad esempio.


Da quanto esposto si capisce l'importanza dell'odontoiatra come medico della dentatura, della occlusione e degli equilibri muscolari ed articolari che da essi derivano. Le branche che si occupano specialisticamente di questi aspetti sono:


  • protesi
  • gnatologia
  • ortodonzia.


Se tutte  queste discipline sono accomunate dal monitoraggio e dalla correzione di eventuali squilibri nell'apparato stomatognatico, l'ortodonzia si differenzia un po' dalle altre perché ha anche il compito di seguire lo sviluppo e la crescita della bocca ed intercettare fenomeni aberranti prima che essi possano estrinsecare franche patologie.


L'ortodontista od ortodonzista è anche ortopedico della crescita del volto e si occupa della diagnosi dello sviluppo ed auxologica dei piccoli pazienti. In questo compito non si deve dimenticare l'importanza che la dentatura e l'aspetto della bocca e le sue proporzioni rispetto al cranio hanno sull'estetica di una persona.


L'ortodontista quindi si occupa anche dell'estetica del volto non solo nei piccoli pazienti. Anche quando lo sviluppo è terminato conferendo un aspetto facciale anomalo e poco gradevole, gran parte delle correzioni chirurgiche estetiche facciali, coinvolgono l'ortodontista che, attraverso la dentatura, fornisce la "guida" al chirurgo per la correzione da ottenere.


In questi casi l'ortodontista collabora in team multidisciplinare con il chirurgo maxillo facciale ortodontico per la correzione chirurgica delle dismorfosi facciali.

Alla riabilitazione orale partecipa anche l'implantologia. Branca chirurgica che si occupa di aggiungere supporti alle protesi laddove inesistenti, posizionandoli:

  • nell'osso (impianti endosseiimpianti transmucosiimpianti monoblocco onepiece, impianti zigomatici, impianti pterigoidei)
  • giustapposti ad esso (impianti juxtaossei sottoperiostei);


In assenza di condizioni ossee adeguate essa provvede a ripristinarle mediante interventi di chirurgia rigenerativa ossea (innesti ossei autologhi particolati innesti ossei autologhi a blocco, innesti ossei eterologhi particolati o innesti ossei eterologhi a blocco come con le lamine, grande rialzo di seno mascellare, minirialzo di seno mascellare, rialzo mascellare con approccio crestalesplit-crest o separazione della crestadistrazione ossea, trasposizione del nervo alveolare inferiore).

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